lunedì 13 gennaio 2014

Ritornare su certi posti

E' domenica mattina, una domenica mattina d'inverno, Inverno appunto, periodo in cui in questa fase della mia vita lo spazio per la bicicletta e limitato, molto limitato. Sono un pò di giorni che penso di tornare in certi posti ripercorrere certi sentieri, come hai bei tempi, quando il mio escursionismo mi ha portato ad esplorare zone anche impervie che per molti biker di mia conoscenza sono sconosciuti.
Nella mia mente c'è un percorso ben preciso, duro, non so se il tempo che mi sono messo a disposizione mi basterà.
Parto fiducioso e pimpante, faccio subito, dopo poche decine di metri una sosta dovuta al Bar, per caricarmi con un buon caffè. Li trovo due tartufai e "perdo tempo" in piacevoli chiacchiere sull'argomento per me seminuovo ma interessante. Vanno via dieci minuti ma conto di recuperarli per strada.
Ho subito una buona impressione, riesco a fare una buona velocità con rapporti agili. C'è una fitta nebbia, spero di trovare il sole in quota.
Passato Petrelle mi dirigo verso la Toscana, poco prima del confine lascio l'asfalto è prendo un sentiero in salita, sulla destra. Questo mi permette di eliminare un ampio tornante di qualche Km su asfalto e salire in quota più velocemente. Il sentiero a tratti è quasi chiuso da ginestre e rovi, ma ancora tutto percorribile. Mi ritrovo sull'asfalto che porta a Portole. Ancora c'è nebbia, una fitta nebbia. Faccio qualche centinaio di metri e poi prendo ancora un sentiero sulla destra che mi dovrebbe portare a "cà de lepri", sono 3 anni circa che non vengo da queste parti, il bosco è tagliato da poco, e quindi si trasforma molto velocemente. Ad un certo punto ho come l'impressione che il percorso che ho in mente debba proseguire su, in una salita ripida, ma "non vedo" strada, che invece è chiaramente a destra. Seguo quest'ultima, ma invece di salire mi porta sul versante di destra in falsopiano... non sono convito che sia il sentiero giusto, ma la fitta nebbia mi impedisce di capire meglio. Proseguo per qualche centinaio di metri ma le cose non cambiano, anzi il sentiero quasi scompare... sono costretto a scendere, rovi e ginestre non permettono la pedalata... Non è lui, torno indietro, arrivato all'incrocio di cui parlavo guardo meglio e vedo il sentiero che sale, ma è praticamente impraticabile, chiuso com'è da un fitto sottobosco che ne impedisce il passaggio pedalando, ahimè sono costretto a tornare giu all'asfalto e seguire quest'ultimo se voglio salire in quota.
Ho diverse possibilià per guadagnare il crinale, ma fin qui ho perso del tempo prezioso... sono costretto a fare in fretta delle scelte.
Mentre il  sole vince la battaglia con la nebbia, decido di fare asfalto fino a Pogioni e poi su per il crinale.
Pogioni un tempo luogo di belle ragazze, ora è quasi un borgo fantasma, ma pur sempre affascinante.
Il tempo di fare 2 foto e via, ma subito mi fermo a chiedere informazioni ad un anziano del posto, che si è avventurato per la castagneta... il sentiero di cui chiedo informazioni... una volta era percorso ora lui dice è abbandonato, oggi non lo faccio ma prossimamente penso di provarlo.
Proseguo per la strada che conosco, strada che sale a tratti in terra battuta, a tratti in ciotolato "romano", a tratti con terreno pieno di foglie e sassi smossi...
Faccio ancora una sosta per immortalare il panorama mozzafiato.
Piu avanti passato Novelle, è d'obbligo la sosta al Poggio Interista... ancora lunga pausa per rivestirmi e fare altre foto.
Riparto, ora il sentiero scende verso il fosso che scende da Monte Castel Giudeo, il quale divide 2 crinali. Sono anni che non lo faccio, ma è sempre uguale, nel risalire oltre il fosso, sono costretto a mettere piede a terra... non ricordavo questa salita così dura!!
Una volta sul crinale, il panorama diventa di nuovo mozzafiato, ma non mi fermo; non è tutta discesa, anzi, vi sono degli strappi ancora duri, ma in sostanza si tende a scendere di quota.
Ad un bivio decido di fare una variante mai fatta... la strada sarebbe stata bellissima se non fosse che il bosco è stato tagliato di recente, e la strada  è stata distrutta per smacchiare la legna... comunque raggiungo il mio obiettivo di ricongiungermi al vecchio percorso.
Sono quasi a Teverina, un ramo mi si incastra fra il cambio e la ruota, così bene che se c'è lo avessi voluto mettere non ci sarei riuscito. Rischio di spaccare tutto, ma per fortuna riesco a fermarmi prima di fare crack.
Do un rindirizzata veloce al cambio e riparto velocemente. Al Bivio Teverina prendo la salita per fare l'ultimo sentiero in salita, ma la catena mi scende fra pacco pignoni e raggi.... evidentemente il cambio ha qualche problema, sono costretto a modificare itinerario, scendere direttamente all'Aiola... mi accorgo che è quasi mezzogiorno, ma ora è tutta discesa è dovrei fare veloce... in teoria, ma la realtà è diversa... Ho fatto questo tratto tantissime volte, senza mai scendere, ma oggi nell'ultima discesa ripidissima sono in difficoltà, sono costretto a scendere, i cinghiali hanno distrutto tutto, e poi in alcuni punti il bosco ha avuto il sopravvento richiudendo quasi del tutto il sentiero. Alla fine riesco comunque ad arrivare a fondo valle e da li in 5 minuti all'Aiola... In lontananza vedo la nebbia... che puntualmente si ripresenta prima di arrivare a casa...


giovedì 5 dicembre 2013

Raduno Selci




Mi sveglio presto, perché come mia consuetudine ho intenzione di arrivare a Selci in Bici... altrimenti che raduno è?
La mattinata è piuttosto fresca, la prima della stagione, mi adeguo e mi vesto di conseguenza, ma con i tre/quarti.
C'è nebbia, metto il lume posteriore, la fascia, e il giacchetto rifrangente. Parto alle 7,45, voglio arrivare con calma alla meta.
Fino a San Secondo faccio il percorso a fianco della ferrovia, ma non vado, mi ci vorrebbe un caffè
Intanto la nebbia è scomparsa  annullata da un'inaspettato sole. Dopo il caffè di Pesci d'Oro vado come un treno, prendo il lungo_Tevere, ma non è il caso, mi sto inzuppando i piedi... tutta l'acqua dei giorni passati ha reso inpraticabile il terreno,  al ciclodromo abbandono il lungo Tevere e decido di fare asfalto.
Arrivo a Selci molto in anticipo, c'è Roberto, c'è qualche biker, ci sono

i volontari con il braciere già acceso, e le miss a prendere i fogli firma....
Alla spicciolata, con calma arrivano biker di continuo, tanto che quando partiamo siamo un bel ciuffo...
Solito tratto lungo il Lama fino a Pitigliano, davanti a noi la montagna... la meta è la casa cantoniera di Bocca Trabaria. Non saliamo per la "solita" ma andiamo più avanti fino a Celalba, il Vetraio dice che è più bella.
Davanti Roberto cerca di tenere a freno i più agitati, e ogni tanto ci fermiamo per compattarci...
Alla Casa cantoniera, dove di solito si fa una sosta per aspettare i ritardatari, tiro diritto, voglio arrivare al "fosso" prima di tutti per fare video... mi si appiccica dietro un biker... vorrà fare video pure lui!!
 "Al sasso" cambio idea prima faccio qualche ripresa qui, poi andrò oltre... e qui le riprese sono proprio compromettenti.
Intanto si sparge la notizia che non faremo la discesa verso il fosso... troppo legname sul sentiero, ma tireremo diritti fino ai tornanti di Bocca Trabaria.
Quindi asfalto...nel salire, sulla banchina, tracce di neve dei giorni passati, cerchiamo di stare compatti, ma quelli davanti scalpitano... allora, ancora Roberto pensa a tirare il freno alla comitiva posizionandosi davanti...
Arriviamo al dunque, il dunque è la discesa principe, aspettiamo un attimino i ritardatari poi ci buttiamo a capofitto giù, bella discesa, mi pare di non averla mai fatta, ma non ne sono poi così sicuro.
A sorpresa arriviamo al fosso... l'acqua è piuttosto alta, e non tutti se la sentono di farlo in bici... anzi, sono ben pochi, ma coraggiosi, si prenderanno una bel lode come veri biker. Una volta passato il fosso, "senza lode", ma con astuzia, mi dedico a qualche scatto e a qualche video, con la speranza di beccare qualcuno in fragrante, ma il livello si è alzato, e... non ci casca nessuno.
D'ora in poi il giro sarà come gli altri anni... discesa fino all'abbondante ristoro e poi ahimè tiro diritto abbandonando il resto della comitiva che proseguirà ancora facendo un'ulteriore strappo. Questa volta però a scendere siamo in diversi... proseguiamo insieme fino a Pitigliano, dove da li in poi rimango solo... In teoria  mi aspetterebbe una mangiata di asfalto fino a casa, ma che invece evito abbondantemente godendomi
tratti di sterrato lungo il Tevere, e poi lungo la ferrovia fino a Trestina... Arrivo come al solito cotto, ma felice di aver portato a termine la mia escursione...